
(nella foto ACHILLE SCALERCIO)
Il dottor Rota, condannato solo per falso
Tre medici dell’ospedale di Cosenza condannati, per la morte di Andrea Bonanno, il bambino di sette anni deceduto nel 2005 nell’ospedale di Cosenza
28/09/2009 Tre medici dell’ospedale di Cosenza sono stati condannati per la morte di Andrea Bonanno, il bambino di sette anni deceduto nel 2005 nell’ospedale di Cosenza.
La sentenza è stata emessa dal tribunale di Cosenza, in composizione monocratica (giudice Gianfranco Grillone).
REsponsabili del decesso del piccolo sarebbero il primario di ortopedia dell'ospedale di Cosenza, Francesco Togo e un altro medico di reparto, Achille Maria Scalercio. Per entrambi l'accusa è di omicidio colposo.
Condannato invece ad otto mesi per il reato di falso il dottor Battista Rota. Assolto, infine, l’altro medico coinvolto nella vicenda, Antonio Franco.
Si precisa che: il dottor Battista Rota è stato assolto dall’accusa di omicidio colposo e condannato solamente per quella di falso. Secondo il giudice Grillone avrebbe cioè falsificato la cartella clinica del piccolo Andrea Bonanno. Da qui l’originaria richiesta di condanna a due anni, col pm che lo aveva ritenuto responsabile sia per l’omicidio che, appunto, di falso.
Rota è stato pertanto assolto dall’accusa di omicidio colposo contrariamente a quanto si era appreso in un primo tempo.
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Gesso mortale. «Modificata la cartella clinica»
Scritto da Roberto Grandinetti - Il Quotidiano della Calabria 15/01/2009
La cartella clinica e le aggiunte sospette. Se ne è parlato ieri, nel corso di una nuova udienza sul processo sulla morte del piccolo Andrea Bonanno. In qualità di teste dell’accusa è stato sentito
un perito grafico, chiamato a deporre in merito alla cartella compilata il 3 ottobre del 2005, quando Andrea, su richiesta dei suoi genitori, fu dimesso dall’Annunziata dopo l’ap - plicazione del gesso al braccio destro (in ospedale fu poi riportato per l’aggravarsi delle condizioni di salute). Tutto ruota su alcune aggiunte, che sono costate all’imputato Battista Rota anche l’accusa di falso. Avrebbe cioè modificato il diario clinico di Andrea. Secondo il perito si tratta di aggiunte fatte dalla stessa mano e con un’altra penna, sempre di colore nero. Sulla cartella in questione, per esempio, laddove in un primo momento era stato scritto “... gesso tollerato ...”, Rota avrebbe provveduto ad aggiungere “al momento”. «Se quella aggiunta fosse stata fatta contestualmente - hadetto ieri al giudiceGianfranco Grillone - sarebbe stata usata la stessa penna». Insieme a Rota, 59 anni, risultano imputati il primario di Ortopedia Francesco Togo, 60 anni, e i medici Achille Maria Scalercio, 37, e Antonio Franco, 66. Sono accusati di omicidio colposo. Loro colpa sarebbe stata quella di non essersi accorti «dell'ulcerazione da eccessiva compressione del gesso, che originò un'escara con conseguente stato settico generalizzato». Secondo i periti del pm, il ragazzino morì a soli 8 anni (era il 25 ottobre del 2005) per l’errata applicazione del gesso, che causò appunto una compressione tale da scatenare l’infezione mortale. Per l’accusa, insomma, quel gesso andava rimosso. LA FESTA. Il tutto ha avuto inizio con una festa di compleanno, ad Amantea. Andrea era tra gli invitati. Mentre giocava cadde e si ruppe il braccio. Da qui la traduzione nel pronto soccorso di Paola e poi a Cosenza. A tal proposito è stato sentito uno dei medici del pronto soccorso dell’ospeda - le di Cosenza: «Da Paola - ha riferito ieri il teste - ci dissero che stava arrivando un bimbo con patologia cardiaca, che si era rotto un braccio. Per questo predisponemmo un team operativo composto da un cardiologo, un rianimatore e un ortopedico». Sulla festa si è soffermato anche il proprietario della ludoteca dove si svolse il compleanno: «Andrea era un cliente assiduo. Era un bimbo vivace e sano». Sentito come teste anche il padre del festeggiato: «Conoscevo il padre di Andrea, Giovanni. Lo avevo visto in televisione chiedere aiuto per il figlio, che doveva sottoporsi a un delicato intervento chirurgico ...». Ascoltata pure un’infer - miera all’epoca dei fatti in servizio presso il reparto di Pediatria, dove Andrea fu ricoverato dopo l’ingessatura: «Ricordo che aveva tanto dolore al braccio che non riusciva neanche a scendere dal letto per andare al bagno ...». GLI AMERICANI. Per Carlo Taormina, uno degli avvocati di parte civile (l’ex sottosegretario rappresenta la nonna di Andrea, la signora Vincenza Porco) non ci sono dubbi: «Il perito grafico ha confermato la falsificazione delle cartelle cliniche. Tutto - ha aggiunto - va nella direzione giusta». Taormina e l’avvocato Enzo Belvedere (quest’ultimo parte civile per conto dei genitori di Andrea) hanno quindi ricordato che il 26 e 27 marzo prossimi saranno ascoltati due superperiti americani. Si tratta del cardiologo Norman Silverman, dell’università di Stanford, che curò il piccolo Andrea, sofferente dalla nascita di cuore. Lo visitò l’ultima volta nell’agosto del 2005. Per il 2008 era prevista l’operazio - ne finale e decisiva. Di mezzo il decesso, affatto preventivato. L’altro perito è il cardiochirurgo Frank Halley. «Hanno già rilasciato pareri per iscritto - ricordano i due avvocati - ma vogliamo che siano qui perchè ci sia un vero contraddittorio. Costerà un pò, ma ci stringeremo alla famiglia Bonanno». Secondo Taormina, poi, «questo è solo il primo dei processi che sarà fatto per colpire tutti i responsabili di questa vicenda che ha dell’assurdo e dell’inconce - pibile». SI RIPRENDE A FEBBRAIO. Il processo riprenderà il prossimo 18 febbraio, con l’interrogatorio di nuovi testi. I quattro medici imputati sono difesi dagli avvocati Antonio Quintieri, Sergio Calabrese, Massimo Petrone, Claudio De Luca e Pierluigi Pugliese.
http://www.amanteaonline.i
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