
GLI OPERATORI SANITARI COINVOLTI:
IN CARCERE:
SAVERIO GALEOTALANZA, 51 ENNE, TUFINO
ANIELLO MALINCONICO 39 ENNE, PALMA CAMPANIA
ALESSANDRO FERRANTE, 42 ANNI, PALMA CAMPANIA
CIRO FRANCESCO IZZO, 55 ANNI, POGGIOMARINO
AGLI ARRESTI DOMICILIARI :
GAETANO D’AMELIO, 45 ANNI, AVELLINO
OLIVIERI D’AMELIO, 43 ANNI, AVELLINO
ROBERTO PIRONE, 61 ANNI, AVELLINO
SOTTOPOSTI ALL’OBBLIGO DI PRESENTAZIONE ALLA P.G.:
OLIVIERI D’AMELIO, 43 ANNI, AVELLINO
ROBERTO PIRONE, 61 ANNI, AVELLINO
SOTTOPOSTI ALL’OBBLIGO DI PRESENTAZIONE ALLA P.G.:
DOMENICO CASTALDO, 56 ANNI,
OTTAVIANO MASSIMILIANO FONTANA, 56 ANNI, AVELLINO
CARLO DE LUCA 39 ANNI, TUFINO
Truffa assicurativa, l'inchiesta
NOLA - Il re dei pezzotti Le indagini della Compagnia dei carabinieri di Nola, diretta dal capitano Andrea Massari, hanno consentito di ricostruire le attività di quella che è stata definita una vera e propria associazione per delinquere finalizzata alle truffe assicurative, e localizzata nell’area nolana. Lo spunto del’inchiesta, risalente al 2008, parte dalle indagini dei militari di Schiava di Tufino, partite dalla denuncia di un falso sinistro. Le seguenti verifiche svelano l’esistenza nel circondario di Nola di una organizzazione che inventa sinistri per ottenere risarcimenti. Gli investigatori partono dalla figura dell’impiegato comunale Saverio Galeotalanza, che con la convivente gestisce una agenzia assicurativa a Tufino. Galeotalanza, scrivono i magistrati, era “conosciuto” nella zona come persona capace di ottenere risarcimenti per falsi incidenti automobilistici. Galeotalanza è una delle menti di una organizzazione fondata sulle competenze di professionisti (gli avvocati Malinconico e Ferrante ed i medici Izzo, i fratelli D’Amelio, Pirone), e sulla conoscenza di titolari di agenzie assicurative. Dopo la scoperta del primo falso sinistro, si procede agli interrogatori delle persone consapevolmente o meno coinvolti nelle truffe ed alle intercettazioni ambientali presso lo studio degli avvocati Malinconico e Ferrante, presso il quale si procede anche al sequestro di 30 pratiche poi risultate tutte basate su falsi incidenti. Dai referti ai cid, tutta la documentazione è fasulla.
Vittime prezzolate, il modus operandi Le modalità delle frodi erano disparate. In alcuni casi era Saverio Galeotalanza a sollecitare soggetti che lui sapeva essere indigenti o con impellenti esigenze economiche, a consegnargli comunicazioni sottoscritte con cui denunciavano di avere subito incidenti stradali (i cosiddetti Cid); oppure gli rilasciavano fogli in bianco, sotto cui apponevano solo la loro firma. In cambio dava “modeste somme di denaro”, poi seguivano gli accordi sulle testimonianze da fornire in sede assicurativa o processuale. Il prezzo per un finto incidente, dicono i magistrati, poteva arrivare sulle 800 euro. Il resto, cioè il risarcimento, andava in tasca ai membri dell’organizzazione. In altri casi erano persone spinte dal miraggio di un guadagno facile a prendere contatto con Saverio Galeotalanza, o con lo studio dell’avvocato Malinconico e Ferrante. Le indagini hanno infatti dimostrato il legame esistente tra i due avvocati e Galeotalanza. Dalle dichiarazioni emerse è venuto fuori che i soggetti poi inseriti nelle false pratiche spesso avevano venduto per una somma modesta la loro disponibilità a diventare “vittime” di fantomatici sinistri; una volta recatisi presso lo studio dell’avvocato, venivano invitati a firmare uno o più fogli e la modulistica fornita dai legali, secondo le indicazioni dei professionisti. Il procuratore Mancuso ha parlato di “ammortizzatori sociali”, chiaramente usando un paradosso. Chi aveva problemi economici sapeva di poter eventualmente ricavare un piccolo guadagno prestandosi alla truffa. Ma non mancano inconsapevoli protagonisti. Persone, come il cantante Luca Napolitano, che subiscono furti dei dati assicurativi (attraverso escamotage diversi), oppure che firmano fogli in bianco, credendo di firmare documenti relativi a precedenti pratiche, ed invece piombano nel girone dei pezzotti, loro malgrado.
Certificati medici a 20 euro La complicità e la compiacenza di alcuni medici è necessaria affinché il giro di truffe prenda piede e si trasformi nell’oleato sistema di Galeotalanza e gli altri dell’organizzazione. Professionisti che si sarebbero prestati a stilare certificati attestanti lesioni inesistenti, che facevano risultare conseguenza di incidenti stradali. Tra i medici indagati, Ciro Izzo, in servizio presso un pronto soccorso, Roberto Pirone, Gaetano ed Oliviero D’Amelio. Questi medici, scrivono gli inquirenti nell’ordinanza, venivano contattati dai soggetti per i quali venivano poi istruite le pratiche per i falsi incidenti, a loro volta indirizzati dagli avvocati Malinconico e Ferrante, o dallo stesso Galeotalanza. Nella maggioranza dei casi, si limitavano a fornire i referti senza visitare i pazienti, seguendo le precise indicazioni sulla tipologia di danno da indicare, fornite dai legali. La documentazione, naturalmente, è redatta dai medici in cambio di un compenso, che variava a seconda delle esigenze del momento e del tipo di sinistro. Izzo redige i referti del pronto soccorso, gli altri medici i certificati successivi. I medici si offrono di attestare false lesioni, falsi referti ortopedici “dando notevole contributo casuale alla costruzione dei falsi sinistri”. Tra i medici e gli studi legali vi sono due indagati, che si occupano di raccogliere, per conto degli avvocati, la documentazione medica. I due pagavano, ed ottenevano i certificati. Che potevano essere redatti ex novo oppure essere riferiti a lesioni esistenti, ma di altri pazienti, che non avevano nulla a che fare con la truffa. Il prezzario era piuttosto “modesto”: dai 20 ai 30 euro per un certificato.
L’alleanza per la truffa L’inchiesta seguita dal Pm Prisco della Procura di Nola, partita due anni fa e svoltasi con l’aiuto di intercettazioni ambientali e telefoniche (in parte, ma gli indagati cambiavano scheda spesso), ha consentito di contestare ai sottoposti a misura il reato di associazione a delinquere. Secondo i magistrati si trattava di una organizzazione vera e propria, in cui ognuno aveva il suo ruolo. Il perno è Saverio Galeotalanza, che opera, scrivono i magistrati, “tra le righe” dello studio legale. L’avvocato Malinconico e Galeotalanza sono quelli più attivi nel procurarsi gli attori dei falsi incidenti. Galeotalanza è figura centrale anche perché gestisce con la convivente una agenzia assicurativa, che, nonostante non sia avvocato, nella pratica, affermano i testimoni, è colui che interferisce in prima persona begli affari dello studio legale nolano. Galeotalanza è l’anello di congiunzione tra le parti ed i difensori, affermano gli inquirenti. Difensori che si limitano a prendere atto dei sinistri, senza spesso sentire o contattare le parti, che pure firmano i loro mandati. I due avvocati, insieme ad altre figure che orbitano nello studio legale di via Verdi a Nola, stringono un patto con Galeotalanza per pianificare i falsi sinistri.
L’inchiesta continua Il “giro” era questo, dunque. Consapevolmente o inconsapevolmente un soggetto chiedeva i danni all’assicurazione per un falso sinistro. La mente era Galeotalanza, la parte legale era seguita dallo studio Malinconico Ferrante. Due persone dell’ambiente parasanitario si occupavano poi, su richiesta degli avvocati o dell’impiegato comunale, di reperire i referti di pronto soccorso dal dottor Izzo, e la restante documentazione dagli altri medici. Medici che non hanno mai visitato i pazienti, ed hanno spesso stilato certificati per la stessa persona, relativi a sinistri capitati contemporaneamente. Dopodiché, aperto il sinistro dall’assicurazione, si aspetta l’eventuale risarcimento diretto o l’instaurarsi del giudizio dinanzi il giudice di pace o il tribunale (a seconda dell’entità del danno dichiarato). Le compagnie assicurative coinvolte, spiegano gli inquirenti, sono del tutto estranee ed hanno collaborato e sporto querela. Un filone di indagine, ma su questo aspetto bisogna usare la maggiore cautela possibile, potrebbe riguardare giudici compiacenti, se non complici. L’inchiesta, di certo, come ha spiegato il procuratore Mancuso, non si ferma qui.
Prezzi e guadagni I certificati valgono ai medici 20 o 30 euro. Il prezziario lo denuncia il dottor Pirone, il
primo reo confesso, durante uno degli interrogatori. Prestarsi a fingere di essere stato vittima di un sinistro può valere fino ad 800 euro. Le richieste di risarcimento arrivano a 30mila euro. Il metodo utilizzato dagli indagati per far lievitare le richieste di danni è semplice: in un sinistro denunciato vengono “aggiunti” per esempio altri feriti. Gli incidenti vengono inventati di sana pianta, con dinamiche che spesso hanno dell’assurdo. La presunzione di impunità è tale che gli indagati non esitano a dichiarare incidenti avvenuti alla stessa persona, più volte in luoghi diversi. In sede di interrogatorio molte delle presunte vittime cadranno proprio sui particolari delle dinamiche, dimostrando che quegli incidenti altro non sono che falsi. Del resto le presunte vittime non sanno proprio nulla dei sinistri, visti che di solito venivano istruiti dagli stessi avvocati, come dimostrano le intercettazioni ambientali. Le microcamere nello studio di via Verdi mostrano agli investigatori i legali che spiegano ai testi prezzolati cosa dire, per esempio dinanzi al giudice. Una fuga di notizie ha poi fatto in modo che sapessero di essere controllati, e cambiassero “registro”. Cosa che non ha impedito ai carabinieri di collezionare una miriade di elementi a loro carico, ed a carico degli altri indagati, in tutto 86 a vario titolo.
di Bianca Bianco 16/07/2010
Anno III Numero 196
http://www.ilnolano.it/ind
**************************
REA NOLANA, SGOMINATA ORGANIZZAZIONE DEDITA ALLE TRUFFE ASSICURATIVE
Categoria: CronacaData: 15/07/2010
Finiti in manette Saverio Galeotalanza, dipendente comunale di Tufino, due avvocati e un medico. Arresti domiciliari per tre medici avellinesi e obbligo di firma, tra gli altri, per Carlo De Luca, poliziotto, già vice sindaco di Tufino.
Associazione per delinquere finalizzata alla truffa, fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona (le cosiddette truffe assicurative, ndr), concorso in falsità ideologica commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici e falsità in scrittura privata.
Questi i reati contestati ad “una vera e propria organizzazione”, così è stata definita dal giudice per le indagini preliminari Aldo Polizzi, che ha portato stamane all’esecuzione di nove misure cautelari. Sono finiti in carcere Saverio Galeotalanza, 51enne impiegato del comune di Tufino, gli avvocati Aniello Malinconico e Alessandro Ferrante, 39 e 42 anni, di Palma Campania ma con studio legale a Nola, e Ciro Francesco Izzo, medico 55enne di Poggiomarino.
Agli arresti domiciliari tre medici avellinesi, di cui un radiologo. Si tratta dei fratelli Gaetano e Olivieri D’Amelio, 45 e 43 anni, e Roberto Pirone, 62 anni. Sottoposti all’obbligo di presentazione alla P.G., Domenico Castaldo, medico ottavianese di 56 anni, Massimiliano Fontana, radiologo avellinese di 56 anni e Carlo De Luca, 39enne assistente capo della Polizia di Stato in servizio presso il Commissariato di Nola e vice sindaco, già dimissionario, presso il comune di Tufino, la cui misura verrà eseguita in queste ore dal Commissariato P.S. di Nola.
Promotori dell’organizzazione sono per lo più professionisti che, attraverso la partecipazione e la grande dinamicità di Saverio Galeotalanza, in qualche maniera coinvolto nell’agenzia assicurativa intestata alla moglie, riusciva a costruire falsi sinistri con certificati medici fasulli, acquistati anche per pochi euro da medici compiacenti. L’indagine, condotta dai militari della Compagnia dei Carabinieri di Nola, diretta dal capitano Andrea Massari, e coordinata dalla Procura della Repubblica nolana, guidata dal dott. Paolo Mancuso, ha inizio nel dicembre 2008, a seguito dell’accertamento della falsità di un sinistro stradale avvenuto in località Schiava di Tufino, simulato per ottenere indebitamente il risarcimento danni dalla compagnia assicurativa.
Le successive approfondite indagini, condotte tra l’altro anche mediante intercettazioni ambientali, con l’uso di microcamere, presso lo studio legale Malinconico-Ferrante, hanno consentito l’acquisizione della prova dell’esistenza di una associazione per delinquere, operante nell’Area Nolana, finalizzata alle truffe in danno delle assicurazioni e della quale facevano parte 15 soggetti, di cui 5 indagati senza applicazione di misure cautelari, tra i quali avvocati e medici compiacenti, i quali, anche grazie a falsi testimoni, hanno denunciato circa 120 falsi sinistri stradali, ottenendone indebitamente il risarcimento danni. Ravvisate responsabilità penali sul conto di complessive 86 persone, a vario titolo coinvolte.
Il giro stimato della truffa ammonta a circa un milione di euro, tra risarcimenti, parcelle, ecc, ed allo stato vi sono ancora accertamenti su ulteriori pratiche sequestrate presso lo studio degli avvocati. L’indagine, infatti, si è basata per ora sull’analisi di un campione di 30 sinistri ricostruiti, tutti risultati fasulli. Come documentato dalle indagini, i membri dell’associazione si prodigavano per istruire i denuncianti dei falsi sinistri ed i falsi testimoni sulla condotta da tenere in tutte le fasi della truffa. Centrale operativa dell’organizzazione era lo studio legale Malinconico-Ferrante, dove venivano reclutati i clienti, formati atti falsi, esercitate le azioni civili. Le somme indebitamente percepite venivano poi ripartite tra i promotori dell’associazione, che addirittura “compravano” il sinistro pagando preventivamente soggetti in difficoltà economiche, i soggetti che si prestavano ad affermare falsamente di aver subito il sinistro stradale ed i falsi testimoni. Alcuni medici compiacenti operavano in strutture pubbliche dislocate tra il Nolano e l’Avellinese, tuttavia i certificati non erano emessi da studi avellinesi, ma nolani.
Esami diagnostici falsati, mai eseguiti sui soggetti che denunciavano i sinistri e le lesioni, tac e radiografie di ignari cittadini che venivano usate per istruire la pratica di risarcimento danni. Quasi tutti gli incidenti sono avvenuti nel Nolano, qualcuno ad Avella. Risulterebbero anche casi di “doppi” incidenti, ovvero sinistri avvenuti nello stesso giorno e alla stessa ora ma in luoghi diversi e che hanno coinvolto la stessa persona. Un certificato medico falso poteva costare anche solo 20 euro, un sinistro serio si poteva “vendere” anche per 800. Persone che avevano bisogno di soldi e che sapevano di questa attività si rivolgevano all’organizzazione (definita in gergo dagli inquirenti un “ammortizzatore sociale”, ndr) offrendo la loro disponibilità ad inscenare un falso sinistro. Altre volte l’associazione si appoggiava all’agenzia assicurativa “gestita” dal Galeotalanza per usare fraudolentemente i dati dei clienti per richieste di risarcimento false.
Le persone, ignare, hanno sporto denuncia. Le compagnie assicurative oggetto delle richieste di risarcimento false non risultano coinvolte nell’organizzazione, anzi, appena appurata la reale consistenza della truffa in loro danno, hanno fornito alle autorità competenti la massima collaborazione. La posizione di Carlo De Luca appare meno compromessa di Saverio Galeotalanza, anche perché l’ex vice sindaco di Tufino è stato semplicemente protagonista di alcune richieste di risarcimento danni, non componente dell’organizzazione – non interno, quindi – ma, secondo gli inquirenti, autore consapevole di alcune richieste fasulle.
(Fonte foto: Ufficio Stampa)
FACEBOOK
Autore: Annibale Napolitano
http://www.ilmediano.it/as px/visArticolo.aspx?id=104 91
Autore: Annibale Napolitano
http://www.ilmediano.it/as
Nessun commento:
Posta un commento