Aborti clandestini in casa
arrestato medico di Arzignano
Appartamento sotto sequestro
VICENZA - Il ginecologo Rowland Ekundayo Williamson Taylor, 48 anni, originario della Sierra Leone, è stato arrestato dai carabinieri del nucleo investigativo di Vicenza con l’accusa di aver praticato degli aborti clandestini in un ambulatorio della sua abitazione. Da anni residente in Italia il professionista lavorava nell’equipe di ginecologia nell’ospedale di Arzignano. Quando tempo fa si era sollevato il sospetto delle sue attività illecite la direzione del’Usl 5 lo aveva sospeso dall’incarico in attesa che le indagini potessero fare chiarezza. L’ambulatorio ricavato nella sua abitazione di via Camisana a Grumolo, dove, secondo ipotesi d’accusa, sarebbero avvenuti gli aborti clandestini con i feti probabilmente gettati nel wc era stato perquisito e messo sotto sequestro. Oltre all’attrezzatura medica erano state trovate alcune confezioni di «Cytotec», un farmaco contro gli spasmi addominali che se assunto in maniera massiccia può causare l’aborto. Proprio questo medicinale era alla base dei racconti delle prostitute agli investigatori che spiegavano come per interrompere la gravidanza usassero proprio quel farmaco.
Il medico, spiega il direttore generale dell’Usl 5, Renzo Alessi, è stato allontanato dal suo posto già da qualche giorno, appena le autorità sanitarie hanno saputo di un esposto nei suoi confronti presentato dai carabinieri in Procura. Taylor lavorava ad Arzignano da circa 4 anni, e il suo rapporto con l’Usl e con i pazienti pare fosse ottimo. «Sul lavoro era un medico irreprensibile», dice Alessi, sottolineando l’estrema gravita delle accuse che gli sono mosse. «Ognuno, singolarmente, è responsabile di ciò che fa» aggiunge il direttore, dicendosi rammaricato per l’ombra che la vicenda, indirettamente, può gettare sull’ospedale. «Mi spiace soprattutto per gli altri medici di ginecologia - conclude Alessi - un reparto fortemente sotto organico, e che funziona perfettamente solo grazie all’abnegazione di coloro che vi lavorano».
R.Va.
19 agosto 2010
FONTE
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