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venerdì 23 luglio 2010

Condannati:Alfonso Luciano,Antonio Bruni, Roberto de Vincentis,Giuseppe Nicola Gradia,Pietro Schirripa e Francesco Costa


VIBO VALENTIA: 8 CONDANNE E UN'ASSOLUZIONE PER LA MORTE DI FEDERICA


E' la sentenza del tribunale. La ragazza è morta a 16 anni nel 2007 per un black out in sala operatoria.
Federica Monteleone

VIBO VALENTIA. Otto condanne e una assoluzione. Questa è la sentenza pronunciata dal tribunale di Vibo Valentia nei confronti dei nove imputati di omicidio colposo per la morte di Federica Monteleone, la sedicenne morta per un black out il 21 gennaio 2007 durante un’operazione di appendicectomia all'ospedale "Jazzolino" della città. Il tribunale calabrese ha inoltre disposto il pagamento delle spese processuali e una provvisionale di 800mila euro da corrispondere alle parti civili.

I GENITORI. I genitori di Federica, Pino e Maria Monteleone, dopo aver letto la sentenza, hanno pianto e si sono stretti in un lungo abbraccio. Poi il padre ha dichiarato: "Attendevamo giustizia. E giustizia c'è stata. Questa sentenza - ha aggiunto - è importante per il suo valore simbolico”.


I CONDANNATI. Otto dei nove imputati sono stati condannati a pene variabili da un massimo di 2 anni a un minimo di 1 anno e sei mesi. Tra questi figurano l’ex direttore generale dell'azienda sanitaria provinciale di Vibo, Francesco Malarico, Antonino Stuppia, titolare della ditta che eseguì i lavori nella sala operatoria, l'ex direttore sanitario Alfonso Luciano, l'ex consulente dell’Asp, Antonio Bruni, Roberto de Vincentis, responsabile attività tecniche dell'Asp, Giuseppe Nicola Gradia, responsabile del procedimento per l'affidamento dei lavori in sala operatoria, il direttore sanitario Pietro Schirripa e Francesco Costa, anestesista. E’ stato, invece, assolto Matteo Cataudella, direttore sanitario dei presidi ospedali unificati. A tutti gli imputati è stata concessa la sospensione condizionale della pena perchè inferiore ai due anni.
giovedì, 22 luglio 2010

http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/articoli/ContentItem-59627102-c7e9-4079-922a-2eaa2c530d1a.html

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Vibonese - emergenza sanità
Vibo Il sostituto procuratore Fabrizio Grafalo avrebbe riscontrato delle presunte omissioni da parte di un magistrato nella fase iniziale delle indagini
Morte di Federica, l’inchiesta a Salerno
La svolta dopo il deposito della perizia da parte del prof. Ricci e le testimonianze di alcuni medici

VIBO VALENTIA
Sarà la Procura della Repubblica di Salerno, e non più quella di Vibo Valentia, ad occuparsi della morte di Federica Monteleone, la ragazza di 16 anni, morta il 26 gennaio dello scorso anno nel reparto di Rianimazione dell'ospedale "Annunziata" di Cosenza. Vi era arrivata giorno 19 in stato di coma per via di un maledetto intervento di appendicite in una sala operatoria dell'ospedale "Jazzolino". Una scarica elettrica attraversò la ragazza e bloccò l'ossigenazione, determinando, tra l'altro, un vero e proprio black-out in sala operatoria. Furono momenti drammatici al punto che il cuore della povera Federica cessò di battere. A nulla è valsa l'attività manuale di rianimazione anche se la ragazza aveva cominciato a dare segni di ripresa. I danni cerebrali, però, come si accerterà successivamente, erano stati tali da far scivolare la giovane in uno stato di corna irreversibile per poi cessare di vivere a distanza di una settimana.
Ora i faldoni dell'inchiesta sono stati trasferiti dal sostituto Fabrizio Garofalo, nelle mani dei magistrati di Salerno con una ipotesi piuttosto inquietante: alla Procura di Vibo Valentia nello svolgimento delle prime indagini qualcuno avrebbe operato, volontariamente o involontariamente, questo è tutto da accertare, per favorire i vertici dell'Azienda sanitaria provinciale. Forse ritardi, forse omissioni, insomma non tutto potrebbe essere stato fatto per arrivare tempestivamente ad accertare le reali cause della morte di Federica Monteleone. Vicenda che ha sconvolto l'intero Paese e che ha fatto scattare la scintilla per il commissariamento della sanità Calabrese.
Al centro della nuova inchiesta c'è un magistrato, forse la persona che ha coordinato le indagini prima che il fascicolo fosse assegnato al sostituto Frabizio Garofalo. L'interessamento della Procura di Salerno in genere scatta quando al centro di indagini vi sono magistrati ricadenti nel d stretto della Corte d'Appello di Catanzaro.
Uno scenario incredibile che rischia di uccidere per la seconda volta Federica Monteleone, vittima prima della malasanità e ora, secondo le nuove ipotesi, della malagiustizia Una vera e propria mazzata anche per i genitori della ragazza che, proprio venerdì scorso nella sala del Municipi di Vibo Valentia, insieme a congiunti di altre giovani vittime calabresi della malasanità avevano chiesto una «giustizi giusta». Quasi un presentimento che qualcosa stesse per accadere.
Attualmente otto sono le persone indagate per concorso in omicidio colposo sulla vicenda di Federica: in un primo momento gli avvisi di garanzia sonò stati notificati al medico anestesista Francesco Costa e all'infermiere Mario Silvestri. Dopo il deposito della perizia effettuata dal prof. Pietrantonio Ricci, che ha svelato ulteriori particolari sulle cause che hanno determinato il decesso della ragazza, sono scattati altri avvisi di garanzia che hanno coinvolto i vertici dell'Azienda sanitaria, in questo caso l'ex direttore generale Francesco Talarico, l'ex direttore sanitario Alfonso Luciano, il direttore sanitario dell'ospedale "Jazzolino" Pietro Schirripa, il dirigente dell'ufficio tecnico dell'Asp Roberto De Vincentis, nonché il geometra dello stesso ufficio Giuseppe Nicola Gradia e Antonino Stuppia, il titolare della ditta che effettuò i lavori all'interno della sala operatoria dove avvenne la scarica elettrica che fulminò Federica Monteleone.
Il trasferimento dell'inchiesta a Salerno è scaturito a seguito delle testimonianze di alcuni medici e altre persone sentite più volte dal sostituto Fabrizio Garofalo. Il convincimento che ci potrebbe essere stata una sorta di ritardo, forse di omissione, nelle indagini è nato proprio da questa seconda raffica di interrogatori ritenuti necessari dopo il deposito della perizia del prof. Ricci e che il pm Garofalo ha condotto con l'ausilio dei carabinieri del comando provinciale di Vibo Valentia. Nel fascicolo trasmesso ai magistrati di Salerno verrebbe evidenziata anche la volontà del capo della Procura di Vibo, dott. Alfredo Laudonio di trasferire l'inchiesta a Cosenza, ipotizzando delle responsabilità da parte dei medici dell'Annunziata. Insomma quello che per il momento è certo, è che sotto i riflettori della Procura di Salerno è finito un caso che avrebbe meritato un'attenzione diversa.

http://www.tropea24ore.it/emergenza-sanitaria/FedericaMonteleone-inchiesta.a.Salerno.htm

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