Questo Blog nasce per dare una VERA GIUSTIZIA a tutte le vittime dei camici bianchi... al MIO AMATISSIMO GERARDO (clicca qui) ed a tutti i Nostri ANGELI...
Forse visti gli andazzi della "giustizia" italiana.. non potremmo mai dire GIUSTIZIA E' FATTA, e pertanto affinché non vi siano più altri Agnelli mandati al Macello.. memorizzate i nomi e riguardatevi il vostro unico Bene Prezioso = la VITA!!
a noi resta la Coscienza in Pace di aver avvisato

sabato 2 ottobre 2010

Indagati Maurizio Montavoci , Eliana Battistel, Ospedale Civile Venezia

Lesioni alla neonata, due a processo

VENEZIA. Il pubblico ministero Carlotta Franceschetti ha chiuso le indagini sul parto che ha provocato gravi lesioni ad una bambina nata nel reparto di Ostericia dell’ospedale Civile il 25 agosto 2008. Il magistrato ha depositato gli atti nei confronti del ginecologo e dell’ostetrica che hanno seguito la partoriente, Maurizio Montavoci ed Eliana Battistel. L’accusa contestata è quella di lesioni gravi colpose, un reato di competenza del giudice monocratico, quindi non sarà necessaria l’udienza preliminare e il rappresentante della Procura quasi certamente firmerà la citazione diretta davanti al magistrato di Mestre per i due sanitari dell’ospedale veneziano. A dare la svolta all’indagine è stata la consulenza tecnica firmata dal medico legale Silvia Tambuscio e dalla ginecolga Alessandra Zambon. «La condotta professionale ha provocato lo sviluppo di lesioni neurologiche riscontrate alla nascita della piccola, le quali hanno comportato il pericolo per la sua vita...e conseguenze permanenti configuranti l’indebolimento funzionale del sistema nervoso centrale». Queste le parole con le quali terminava la consulenza chiesta dal pm Franceschetti. Alle due professioniste la rappresentante della Procura aveva chiesto di stabilire le cause che avevano determinato le gravi lesioni patite dalla neonata, figlia di una coppia veneziana, al momento della nascita. A chiedere l’intervento della magistratura erano stati i genitori della piccola appena nata. Nella consulenza, si legge che «da un lato il battito nella cartella clinica è descritto come regolare, dall’altro non viene registrato per un tempo di 40 minuti, quelli intercorsi tra l’avvio in sala parto e la nascita». Inoltre, «è stato accertato che sussistevano condizioni materne di relativa controindicazione al parto per via vaginale, rappresentate dalla conformazione del bacino materno». «Tutto questo avrebbe dovuto indurre all’esecuzione di un taglio cesareo...ne deriva che un più corretto percorso terapeutico era esigibile dal ginecologo, il quale, senza nemmeno più monitorare il battito, di concerto con l’ostetrica, attuava una condotta terapeutica tanto errata quanto contraddittoria» sostengono ancora le due consulenti del pm. Per Tambuscio e Zanon, medico e ostretica avrebbero dovuto mettere in atto un puntuale controllo del battito del feto e avviare un taglio cesareo più sollecito, evitando in ogni caso tassativamente l’effettuazione di manovre traumatiche, che invece avrebbero effettuato. Per tutto questo «il nesso di causalità materiale tra incongrua condotta medico-ostetrica e lesioni della neonata, causate da una grave asfisia, si ritiene pertanto comprovato» concludono le consulenti. - (Giorgio Cecchetti) /


2 commenti:

  1. Riporto integralmente il testo della segnalazione pervenuta il 28 settembre 2010 08:35

    Invio articolo della quotidiano La Nuova Venezia in cui si denuncia un medico ginecologo Veneziano e la sua ostetrica per gravi lesioni ad una neonata, ci tengo venga pubblicato sul vostro sito in quanto il medico non è nuovo a queste denunce! GRAZIE!!!
    _______________________________________

    Siamo noi a ringraziare quest'Amico/a per la sua preziosa segnalazione.... Grazie

    RispondiElimina
  2. Taglio cesareo ritardato, le accuse dell’anestesista

    Processo al ginecologo Maurizio Montavoci e all’ostetrica Anna Battistel. L'infermiere, a favore della difesa, ammonito dal giudice: «Deve dire la verità»

    sanità
    gravidanza
    processi

    +
    -

    di Giorgio Cecchetti

    VENEZIA

    In sala parto e, poi, in sala operatoria c’era il primario di Anestesia Maurizio Morgantin, che ieri ha testimoniato nel processo che si sta svolgendo presso il Tribunale di Mestre nei confronti dei ginecologi Maurizio Montavoci e Anna Calebotta e dell’ostetrica Anna Battistel, accusati di lesioni colpose gravi nei confronti della neonata. Il primario ha sostanzialmente confermato le accuse nei confronti degli imputati, affermando che i due medici avrebbero compiuto manovre di spremitura, di cui l’ultima piuttosto violenta sulla pancia della partoriente e che lui stesso alcune ore prima aveva insistito della necessità del taglio cesareo che soltanto molto dopo il ginecologo Montavoci aveva deciso di fare. Prima del primario hanno testimoniato il marito e un’amica della partoriente, entrambi presenti in ospedale il giorno della nascita della piccola, il 25 agosto di tre anni fa.

    Sono stati poi sentiti due infermieri, testimoni chiamati a deporre dai difensori (gli avvocati Antonio Franchini e Renato Alberini, mentre le parti civili sono rappresentante dagli avvocati Maurizio Trevisan ed Elio Zaffalon). Per uno dei due, in servizio presso il Servizio di Anestesia, l’avvocato Zaffalon ha chiesto l’incriminazione per falsa testimonianza. L’uomo, tra l’altro, è stato ammoninento dallo stesso giudice monocratico Barbara Lancieri: “Deve dire la verità perchè la pena per chi rende falsa testimonianza è di due anni di reclusione ha affermato il magistrato rivolgendosi all’infermiere. L’uomo ha cercato di alleggerire la posizione dell’ostetrica, ha riferito che era stato sia in sala parto sia in sala operatoria, mentre il suo primario ha sostenuto che nella prima c’era soltanto lui, quindi ha raccontato di non aver visto alcuna manovra di spremitura. Il pubblico ministero Carlotta Franceschetti gli ha contestato alcune affermazioni e alla fine è arrivato l’ammonimento del giudice.

    L’udienza è stata poi rinviata al 2 novembre, quel giorno sono stati chiamati a rendere le loro dichiarazioni i consulenti del l’accusa, quelli delle parti civili e della difesa. Poi toccherà al giudice decidere, dopo aver ascoltato requisitoria e arringhe in un’ultima udienza. Itre imputati devono rispondere di aver ritardato il taglio cesareo e di aver messo in atto manovre traumatiche, ritardo e azioni che avrebbero causato gravissime lesioni alla neonata, giudicata disabile al 100 per cento. I genitori e i nonni, oltre ad aver presentato la denuncia penale, hanno anche avviato una causa civile. Nel frattempo l’Asl 12 ha già cominciato a trattare per il risarcimento dei danni, rifondendo per ora quello che è considerato un anticipo di 400 mila euro alla famiglia.

    RispondiElimina