Policlinico Casilino, dopo intervento entra in coma e muore: chirurgo indagato
ROMA - È morto dopo un mese di coma e un intervento chirurgico alla tiroide, Giancarlo Palmieri, 63 anni, un signore che ha avuto la sfortuna di imbattersi in un medico che sembra non aver capito bene quale fosse il suo reale malessere. Ora quel chirurgo, che si trovava di guardia al policlinico Casilino la sera dell’8 maggio scorso, è finito sotto inchiesta per omicidio colposo. Ad accertare, però, come si sono svolti realmente i fatti sarà il medico legale incaricato dal pubblico ministero Gustavo De Marinis di effettuare l’autopsia.
Palmieri era uscito dalla sala operatoria dopo un intervento di tiroidectomia retrosternale, in buone condizioni. L’operazione sembrava ben riuscita. Con il passare delle ore, però, il suo stato di salute peggiorava, e non sarebbero valse a niente le richieste di aiuto del figlio finché, a distanza di un mese e dopo un nuovo intervento, l’uomo è entrato in coma ed è morto. La famiglia ha deciso di presentare una denuncia alla magistratura e si avvalsa dell’assistenza dell’avvocato Maurizio Cecconi.
Secondo il loro racconto, il paziente ha cominciato a sentirsi male poco dopo l’operazione. Hanno chiamato, allora, gli infermieri, e questi il medico di guardia, al quale hanno chiesto come intervenire. Quella notte, di turno, c’era il chirurgo Stefano Moser che ha disposto la somministrazione per via venosa di Bentelan (un farmaco che viene usato quando si manifesta un’allergia) senza recarsi, a detta del figlio della vittima, a visitare il paziente, e quindi senza «esaminare obiettivamente entità e natura dei disturbi rappresentati».
Le condizioni di Palmieri sono progressivamente peggiorate: in particolare si è verificato l’irrigidimento del collo. Sollecitato nuovamente dal personale e dai familiari, Moser «visibilmente infastidito» - è scritto nell’esposto - lo ha visitato e, alla domanda del figlio se la situazione fosse preoccupante, avrebbe risposto: «No, lasciate stare il malato, perché è tutto a posto». Nel corso della notte, però, l’uomo ha avuto molte difficoltà a respirare, e così è stato chiamato nuovamente il medico, ma la risposta sarebbe stata sempre la stessa: «È tutto normale».
Intorno alle tre del mattino, Palmieri aveva evidentissimi i segni di soffocamento, la testa e il collo gonfi. Solo allora è stato sottoposto a una Tac, e a un nuovo intervento chirurgico, nel corso del quale gli è stato asportato dalla tiroide un grosso coagulo da emorragia. È morto dopo un mese di coma. Il pm ha disposto il sequestro della cartella clinica e ha iscritto il medico sul registro degli indagati. Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Commissione d’inchiesta sul Ssn di Palazzo Madama, il senatore del Pd, Ignazio Marino, che ha chiesto ai carabinieri del Nas della commissione, di avviare un’istruttoria «per accertare se era stato seguito il protocollo appropriato».
Si sa qualcosa di che fine ha fatto questo medico?
RispondiEliminaAlla data odierna le notizie in merito credo che siano il rinvio a giudizio con l'imputazione di omicidio colposo. Il giudice ha preso questa decisione sulla base dei risultati emersi dall'autopsia fatta dal medico legale. Non si conoscono i provvedimenti che ha preso l'ospedale e mi auguro che presta lo faccia. Perche se c'è una colpa accertata anche in prima istanza credo che il medico dovrebbe sospeso dal servizio, per il bene di altri pazienti.
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